
Nel quotidiano parliamo molto, ma comunichiamo davvero poco. Siamo abituati a rispondere più per reagire che per incontrare, più per convincere che per comprendere. Eppure, il cuore della comunicazione non sta nel dire bene… ma nel sentirsi mentre si parla.
La comunicazione non è una gara da vincere
Spesso, senza accorgercene, entriamo in dialogo come se dovessimo difenderci, giustificarci o dimostrare qualcosa. Ogni confronto diventa un campo di battaglia in cui uno ha ragione e l’altro ha torto.
Ma quando comunichiamo così, non ci stiamo davvero ascoltando. Ci interrompiamo, anticipiamo, supponiamo.
E perdiamo il contatto.
Comunicare non è solo “dire qualcosa”, ma esserci.
È fermarsi e chiedersi:
- Cosa sto provando mentre parlo?
- Cosa sta succedendo dentro di me mentre ascolto?
- Sono davvero disposto a incontrare l’altro o sto solo aspettando il mio turno per parlare?
La comunicazione autentica inizia quando rinunciamo all’idea di avere ragione e apriamo lo spazio per esserci insieme.
Nel counseling, ma anche nei percorsi di crescita personale, impariamo che l’ascolto autentico è già trasformativo.
Quando una persona si sente davvero vista e riconosciuta, spesso non ha più bisogno di alzare la voce per essere ascoltata. Il bisogno profondo è già stato accolto.
In un dialogo sano:
- smettiamo di etichettare e iniziamo a chiedere;
- smettiamo di difenderci e iniziamo a condividerci;
- smettiamo di convincere e iniziamo a incontrare.
Se senti che nelle tue relazioni qualcosa non scorre, se spesso ti senti frainteso/a o hai paura di dire ciò che pensi, sappi che è possibile imparare un nuovo modo di comunicare.
Più autentico. Più presente. Più tuo.
È un allenamento gentile, che non impone tecniche da imparare a memoria, ma una disponibilità a mettersi in gioco con sincerità.
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